12 marzo 2022

Il borsello da gamba

C’è un accessorio che molti motociclisti, soprattutto quelli dediti al turismo, considerano utile se non indispensabile ma io lo considero veramente magico.
Sto parlando del borsello da gamba.


Ma cos'è e come si usa quello che alcuni detrattori, pochi in effetti, definiscono un inutile orpello se non addirittura brutto?

Di sicuro bello non è… Nessuno di noi, sano di mente, immagino che lo potrebbe mai indossare se non durante un bel giro con le nostre compagne di chilometri. Asfalto, terra battuta o strada bianca che sia.

Di sicuro torna molto utile quando si portano i pantaloni tecnici usandolo come svuotatasche. O meglio più che svuotarle impedisce di riempirle.

Si sa, i pantaloni tecnici non sono né comodi e né pratici. Ogni volta che dobbiamo mettere mano a qualcosa messo in tasca siamo costretti a fare una specie di “Tuca-Tuca” che nemmeno la Carrà degli anni d’oro riusciva a fare.

Metteteci inoltre che questo balletto potrebbe essere fatto sotto il sole a picco o sotto l’acqua, ecco che il nostro accessorio ci viene in aiuto. Lo apriamo ed in un attimo ci infiliamo tutto. Le chiavi, il portafoglio, il biglietto dell’autostrada se proprio siamo costretti a farla, il navigatore per quando lasciamo la moto fuori dal bar, l’adesivo del posto visitato da mettere sul bauletto, la calamita per il frigo di mamma, il souvenir per la zavorrina rimasta a casa, il panino con il salame, il cornetto napoletano, il santino di San Colombano da Bobbio patrono dei motociclisti. Perché si sa. Se San Cristoforo è il patrono degli automobilisti, San Colombano è quello dei motociclisti. Ed ognuno di noi ha il proprio amuleto. Sacro o profano che sia.


Ecco allora che il nostro compagno di chilometri entra in gioco. Apriamo la zip ed in un attimo riusciamo a metterci dentro di tutto.

Ma dove sta la magia di questo accessorio? Io lo considero una macchina del tempo.

Perché quando torno a casa dopo un giro più o meno lungo, tra le varie cose si svuota anche questo ed  inevitabilmente qualcosa, volutamente o per semplice distrazione, rimane dentro.

Ogni cosa che riesce fuori riaffiora un ricordo. La sabbia di quella spiaggia deserta per cui hai fatto svariai chilometri per raggiungerla, o lo scontrino dell’alimentari di Pienza dove ti sei fatto quel panino al pecorino locale di cui ti ricordi ancora il sapore o il biglietto dell’accesso a Civita di Bagnoregio, che fatica quella scarpinata!, il bigliettino da visita del produttore di quel vino di visciola marchigiano o l’accendino con cui hai acceso il fuoco in una delle mototendate fatte. Sant'Anatolia di Narco, Racollo, Monte Peglia, Sorgenti del Baregno, Lago Scandarello ad Amatrice o quella tendata nel paesino sperduto in provincia di Foggia di cui dovrei andare a cercare il nome e chissà quanti altri…

E, chiudendo gli occhi, ritornano alla mente tutti i ricordi.

Lo sai che più si invecchia

più affiorano ricordi lontanissimi

come se fosse ieri

 Cit. F. Battiato